Francesco Lauretta
Bagnanti, riti, mattanze
a cura di Pietro Gaglianò
Palazzo De Sanctis, Borgo medievale di Castelbasso
Aryan Ozmaei
Grounds
a cura di Pietro Gaglianò
Palazzo Clemente, Borgo medievale di Castelbasso
INFO
Durata: 23 luglio – 28 agosto
Orari di apertura: dal giovedì alla domenica, dalle 19.00 alle 24.00
Ingresso: 5 €, ridotto 4 €. Gratuito per bambini fino ai 6 anni (biglietto valido per entrambe le mostre)
Tel: 0861 508000
Mail: info@fondazionemenegaz.it
Sito: www.fondazionemenegaz.it
FB: @fondazionemenegaz
Instagram: @fondazionemalvinamenegaz
La Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, presieduta da Osvaldo Menegaz, trasforma ogni estate il piccolo centro della provincia teramana nel Borgo della cultura. Quest’anno la manifestazione è in programma da sabato 23 luglio a domenica 28 agosto.
Nel campo delle arti visive fra i vari linguaggi quello della pittura si conferma essere al centro delle ricerche e proposte espositive della Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture che, per l’edizione 2022 della storica manifestazione, focalizza l’attenzione su due importanti autori della scena contemporanea: Francesco Lauretta e Aryan Ozmaei. Affiancati nella curatela da Pietro Gaglianò, nelle due mostre personali dislocate l’una a Palazzo De Sanctis e l’altra Palazzo Clemente, gli artisti inscenano e raccontano non solo il proprio mondo fatto d’immagini, forme e colori ma i tanti mondi attraverso i quali le proprie suggestioni creative riescono a riflettersi negli occhi degli spettatori, trasmettendo quella magia che aleggia proprio intorno alla pittura, quale elemento culturale che quotidianamente rielabora e riscrive il presente dell’umanità.
In questo generale discorso sul linguaggio, si colloca la proposta dell’artista siciliano Francesco Lauretta che con il titolo Bagnanti, riti, mattanze introduce lo spettatore lungo un viaggio dove i generi figurativi, i temi del culto e del sacro ma soprattutto la vita e la morte, parlano di Storia, di storia dell’arte e di uomini e donne che hanno agito lungo le strade del rinnovamento, declinando volutamente su un discorso che demolisce la pittura per ricostruirla nell’attualità. Non casualmente Gaglianò descrive l’agire di Lauretta sulle tele con queste parole: “il pennello è come un’ascia che apre ferite attraverso cui l’immagine respira, il colore torna umido, lucente di olio, la pittura si spalanca sul tempo che la attraversa” lasciando spazio, in tal senso, all’idea di un fare capace di mostrare tanto il rapporto di intimità che l’artista intrattiene con il mezzo, quanto la sua assoluta corporeità e fisicità che nasce, come è facile intuire, dallo speciale legame che Lauretta intrattiene con la terra natia. La Sicilia è, infatti, esplorata in tutte le sue pieghe, tra stereotipi e inaspettate rivelazioni, tra acre bellezza, paesaggi marini, umane fatiche e sacre devozioni. Il tutto immerso in una poetica della luce che attraversa ogni singola opera rendendo ciascuna un tassello fondamentale di un discorso generale, quel particolare che rende universale tutta la sua opera. Bagnanti, riti, mattanze non è un percorso preordinato ma una traccia di lettura della mostra, dove muoversi per guardare, riflettere e ripensare ma soprattutto immaginare.
La grandissima parte delle opere in mostra è stata realizzata espressamente per questa occasione, in un progetto unitario pensato da Francesco Lauretta per la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture.