INFO:
Titolo: Legami Fragili
Inaugurazione: venerdì 27 dicembre aprile 2024 ore 18
Artisti: Rosalia Banet, Enrica Borghi, Zeno Bertozzi, Davide Bramante, Roberta Cavallari, Pierpaolo Curti, Alberto Di Fabio, Armida Gandini, Kepa Garraza, Alberto Gianfreda, Francesco Impellizzeri, Alessandro Moreschini, Sabrina Muzi, Antonio Riello
A cura di: Raffaele Quattrone
Dove: San Sebastiano Contemporary, Via San Sebastiano, 30 Palazzolo Acreide (SR)
Durata: 27 dicembre 2024 – 31 gennaio 2025
Orari: 27-31 dicembre aperto dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Nel mese di gennaio aperto sabato e domenica dalle 10 alle 13 e su appuntamento
Venerdì 27 dicembre, giorno nel quale San Sebastiano Contemporary compie cinque anni di attività, alle ore 18 inaugura a Palazzolo Acreide presso gli spazi di San Sebastiano Contemporay in Via San Sebastiano, 30 l’ultima tappa della mostra Legami fragili a cura di Raffaele Quattrone con in mostra opere di Rosalia Banet, Enrica Borghi, Zeno Bertozzi, Davide Bramante, Roberta Cavallari, Pierpaolo Curti, Alberto Di Fabio, Armida Gandini, Kepa Garraza, Alberto Gianfreda, Francesco Impellizzeri, Alessandro Moreschini, Sabrina Muzi, Antonio Riello. La mostra è inserita nella terza stagione di eventi di “Palazzolo è” promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palazzolo Acreide.
Iniziato ai primi di aprile 2024 il progetto ha fatto tappa a Bologna, Roma, Lodi (MI), Ala (TN) prima di raggiungere l’ultima tappa in Sicilia.
Una delle condizioni fondamentali della società sono le relazioni tra gli individui che la compongono. La società nasce proprio perché gli uomini si mettono insieme, rinunciando a un po’ della loro libertà, perché insieme sono più forti, dove non arriva uno arriva l’altro, dove non può uno può l’altro. Queste relazioni sono sempre state considerate “solide” cioè fondanti, se non sono forti la società si sgretola e torniamo alla situazione di partenza. Zygmunt Bauman è stato il teorizzatore di questo sgretolamento da lui definito “scioglimento”.
Ai legami solidi di un tempo si contrappongono oggi dei legami liquidi che il sociologo definisce “zattere di carta assorbente” per far capire subito la loro precarietà. Se fossimo un naufrago ci esporremmo alle intemperie con una zattera fatta di carta assorbente? Di conseguenza l’uomo contemporaneo non crede più nella costruzione di legami che nascono già instabili e fugaci ecco perché si lascia guidare da un individualismo sfrenato che lo fa lottare per la difesa di se stesso, del proprio sé.
Queste sono le considerazioni che stanno alla base di questo progetto che non nasce da un interesse del curatore o di una galleria, quanto piuttosto dalla relazione tra il curatore, gli artisti e gli spazi che di volta in volta ospiteranno il progetto che così cambierà forma adattandosi ad ogni specifico contesto senza però modificarne la sostanza, cioè la forza delle relazioni umane, la forza di creare comunità e spazi di condivisione.