Titolo: ALFREDO JAAR, Accademico Onorario e Premio Svoboda
Data: giovedì 14 febbraio ore 10.30
Luogo: Auditorium Josef Svoboda
Via Vincenzo Berardi, 6 (MC)
L’Accademia di Belle Arti di Macerata è lieta di annunciare la cerimonia di apertura dell’Anno Accademico 2018/2019 e il conseguimento del titolo di Accademico Onorario a Alfredo Jaar al quale sarà assegnato anche il Premio Svoboda, che si terrà negli spazi dell’Auditorium Josef Svoboda giovedì 14 febbraio 2019, alle ore 10:30, con la Laudatio di Ida Panicelli.
Sin dai suoi primi passi nel campo dell’arte (la sua prima personale è organizzata alla Galería CAL di Santiago del Cile nel 1979), Alfredo Jaar si è posto al centro dell’attenzione con un programma comunicativo – «l’arte è comunicazione» avvisa l’artista – in cui l’etico e l’estetico si incontrano per dar vita a pensieri pungenti mediante i quali creare modelli riflessivi sulle società, sulle culture globali e sulle comunità che popolano il mondo. Intransigente nei confronti dei poteri politici, irriverente di fronte a ogni forma di dittatura e dirompente in un paesaggio sociale narcotizzato dal qualunquismo, Jaar elabora da sempre progetti in cui l’idea si proietta in quanto ideale che mostra e registra la realtà reale, che ricerca la verità, che bypassa la storia dei vincitori per ascoltare e narrare quella dei vinti e dei senza voce, che disegna un passaggio costante dal singolo alla specie, dall’analisi individuale alla conoscenza (alla coscienza) collettiva. La sua è infatti un’arte che pone domande e che invita il pubblico a riflettere sulle ingiustizie sociali, a uscire dalla cecità del mondo, a prendere posizioni e «a suscitare nuovi modi di pensare» (Gramsci), a rompere le catene dell’indifferenza e del conformismo, a emozionarsi.
«Tutto ciò che so e ho capito del mondo, ho iniziato a comprenderlo il giorno in cui sono diventato artista. In effetti, credo di essere diventato artista proprio per capire il mondo in cui viviamo e perché mosso dalla curiosità. Questo è forse il migliore antidoto contro l’oscurantismo. La curiosità è fonte di un’insaziabile sede di conoscenza. L’una è legata all’altra da una continua ricerca dei rapporti che interconnettono le cose. La conoscenza, infine, porta all’illuminazione. L’idea è quella di aprire la mente al mondo. Siamo, alla fine, il risultato degli stimoli che riceviamo. Maggiori sono questi stimoli, più completa è la nostra visione. Come posso mai capire alcunché se conosco solo una parte della storia? Credo, piuttosto che il vero nemico dell’intelletto sia l’apatia. L’indifferenza. Nello sconfiggere l’apatia, ci avventuriamo in spazi mentali e intellettuali di cui ignoravamo persino l’esistenza. Nel diventare artista, ho intrapreso un viaggio che mi ha condotto dall’ignoranza (che per me è oscurità) verso la conoscenza. Diventare artista mi ha illuminato. Ed è per questo che la luce, nel senso fisico del termine, costituisce un elemento così importante nel mio lavoro. Il processo stesso di fare arte forse non è altro che fare luce sul mondo» (Jaar).
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